Storie di ’68. nel senso l’autobus.

ricevo e pubblico!

Esercitiamoci a ragionare

Autobus di linea. Torino.
Dialogo tra una laureata in scienze dell’educazione altrimenti detta edu”castrazione” e due laureandi in ingegneria. L’oggetto in questione è un carro armato che transita scortato da un’invisibile auto delle forze dell’ordine che la precede di poco in una delle vie principali della città, che congiunge una della prime periferie della città al centro.
Il carro armato è, non solo condotto, ma addirittura “armato” con i due militari in postazione armata. Si discute sull’indelicatezza, in questo momento in cui sappiamo benissimo esserci paesi molto vicini a noi in guerra, di una tale “sfilata” fuori percorso, in questi giorni in cui la nostra città sta ospitando l’incontro nazionale degli alpini, prezzo che pagano in termini di tempi rallentati, disagi negli spostamenti, mezzi pubblici, tutti gli individui che all’interno della loro città si spostano per esigenze d’ogni sorta, che siano lavorative o di qualsiasi altro tipo. Scattano i commenti inevitabili di chi si suda la pagnotta e con la sua pagnotta deve metterne via un’altra a disposizione dello stato: “Tutto ciò è organizzato con i nostri soldi!!”
Non bastano le parate che ci saranno nei giorni a venire, i parchi oberati di tendoni che ai comuni cittadini non offrono nulla, è così necessario imporre tali immagini di militarizzazione che nessuno ha richiesto?

Giorni prima, lo stesso mezzo pubblico bloccato su un ponte costretto ad osservare il passaggio di una quindicina di autobus dell’esercito. Non un autobus che si sia degnato di fare passare il mezzo di linea. Per fortuna, il primo “civile” accodato agli autobus, nella sua anonima automobile, blocca il traffico e fa passare. Segno che agli individui comuni, i cittadini, i “civili” ci pensano gli individui stessi, ogni tanto ancora accade, a volte sa di magia, ma succede. Ci si garantisce da soli, senza bisogno di scorte che invece che tutelare il benessere di tutti, lo ostacolano con prepotenza.