Xenofobia gusto Lupo Alberto

Son passati 10 anni, ora queste vicende finiscono peggio.

Chi è senza documenti viene spedito nei CIE, ex CPT istituiti solo 4 anni dopo questa vicenda grazie all’ art 12 della legge 40 del 1998

Da Lupo Alberto 113, del Novembre 1994

…Sull’autobus che collega il centro di Torino con la periferia Ovest, dove abito io, vi sono alcune persone che, come me, rientrano dopo la giornata lavorativa, Fra di essi c’è un ragazzo marocchino.

All’altezza di Collegno salgono tre controllori, i quali “pizzicano” l’extracomunitario in possesso di un biglietto irregolare in quanto è stato obliterato due volte. Il ragazzo si difende affermando di essere ignorante, nel senso che non conosce le norme per l’uso del biglietto, ma, naturalmente, nessuno gli dà ascolto e, anzi, due dei tre controllori gli intimano di tirare fuori i documenti per gli accertamenti di rito; così alla fermata successiva il ragazzo tenta disperatamente di fuggire dalle porte aperte, ma viene subito immobilizzato, un uomo per braccio…

Fin qui nulla di particolare da aggiungere: non sapremo mai se il ragazzo voleva veramente fare il furbo per non pagare il biglietto, o se era davvero in buona fede. Nel caso della seconda ipotesi, la colpa si potrebbe attribuire alle carenze della nostra società, che non si occupa quasi per niente (mi pare) dell’integrazione degli immigrati, tant’è vero che costoro si ritrovano in cerca di lavoro in un paese che non conoscono e dove nessuna istituzione si prende la briga di offrir loro una giusta informazione su quelli che sono i problemi pratici e burocratici della vita di tutti i giorni del nostro Stato, ivi comprese le norme che regolano il “banale” utilizzo dei documenti di viaggio sui mezzi pubblici…

Quello che non mi è piaciuto, però, è stato il seguito della vicenda. Il fuggitivo viene dunque immobilizzato, ed in quella sopraggiunge rapidamente il terzo controllore, un omone baffuto grande e grosso.

Chiama l’intervento di una volante della Polizia con la propria ricetrasmittente, dopodiché apostrofa minacciosamente il marocchino: “Fai il furbo, eh?!? T’insegno io a …! Guarda, che qui non sei al tuo paese, neh?!? Qui sei in ITALIA! Se vuoi rubare te ne torni in AFRICA!!” Il ragazzo lo guarda allora ferocemente negli occhi e gli dice: “Dov’è che sarei qui ?!?…”, ricevendo come ovvia risposta: “Sei a Collegno, nel MIO PAESE” Ma il ragazzo prontamente replica: “No! Questo NON ESSERE TUO PAESE! Questo essere MONDO!!”.

Sentito questo, ho visto un signore con gli occhiali seduto davanti a me annuire silenzioso col capo, pensando evidentemente tra sè e sè che il marocchino, stavolta, aveva risposto giusto…

Il ragazzo è stato portato poi via dalla volante che li aspettava a qualche fermata più in là.[…]

Silvia Negri, Torino